di Giuseppe Smedile e Gaetano Consalvo
È stata volutamente scelta la data odierna per la divulgazione del probabile ritrovamento del sito che ospita la grotta, condannata alla “Damnatio Memoriae” in quanto protagonista di tante leggende, sulle colline che sovrastano la valle dell’Alcantara.
Ne parla in un lungo articolo sul numero del quotidiano “La Sicilia” in edicola, Alessandra Iraci Tobbi che ha dedicato molta attenzione alla scoperta.
Attraverso un comunicato del gruppo di ricerca dell’Istituto per la cultura Siciliana, viene cosi identificata l’esatta ubicazione della grande massicciata di dura roccia, realizzata per ostruirne l’ingresso, la stessa in atto oggetto di verifiche, studio e indagini di natura orografica e geografica da parte di gruppi speleologici ed geologici.
La costruzione dello sbarramento fu comandato ed eseguito per volontà del governo Borbonico a guida del Regno delle Due Sicilie intorno all’anno 1820, a seguito della cattura e l’esecuzione della condanna di morte dei capi della banda dei “Babbi “ con il fine di impedirne l’accesso, cancellandone così la memoria collettiva dei luoghi, attuazioni preventive dell’epoca per future azioni a delinquere.
Dopo quasi due secoli di oblio politico storico si auspica l’eventuale recupero, ripristino ed eventuale tutela, per dare dignità a tutte le vittime della brutale violenza dei briganti.
Tristi vicende che a distanza di secoli, così come predica la “fede” in questi giorni di riflessioni culturali sul mistero vita~morte, ci impongono di ricordare come la Misericordia debba essere un sentimento generato dalla compassione per le miserabili scorribande di questi banditi protagonisti negativi della loro stessa vita, sperperata, attuando ignobili azioni nei confronti di poveri contadini, vittime inermi e obbiettivi privilegiati di stupri e razzie.
L’abigeato era una ulteriore forma di prevaricazione nella quotidianità, forniva alla comunità il bestiame necessario per il sostentamento dei componenti della banda e tutto ciò fu pagato a caro prezzo.
Una volta catturati infatti furono eseguite brutali esecuzioni, la volontà popolare reclamava che successivamente fossero sepolti nei cimiteri sconsacrati, in loculi al cui interno venissero depositati rovi con grosse spine, perpetuando cosi in eterno lo strazio delle loro anime dannate.
Volutamente si è scelta questa festività di Ognissanti per riconsegnare alla comunità un sito che apparentemente sembrava solo frutto di antiche leggende, sempre presente nei racconti popolari, quelli che erano solo nomi di fantasia oggi hanno nome cognome e date ben precise, un bel traguardo per dare dignità alle vittime che hanno finalmente una identità.
Il gruppo di ricerca è costituito da Gaetano Consalvo, Giuseppe Smedile e Michele Spataro i quali al termine della verifica documentale, grazie alla preziosa collaborazione di Annamaria Brancato storica e scrittrice di Savoca (Me), per nulla intimiditi dai luoghi impervi hanno organizzato l’esplorazione del sito raggiungendo di fatto la contrada “ Zia” in territorio di Motta Camastra, addentrandosi in antichi sentieri di collegamento con l’entroterra del val Demone nella dorsale dell’omonimo torrente confinante con il territorio di Antillo e Novara di Sicilia, alle pendici di montagna grande.
Una corposa documentazione fotografica è stata realizzata a integrazione delle fonti documentali di seguito elencate.
Tutto ciò sarà nella piena disposizione per i professionisti, ricercatori , studiosi e semplici appassionati del settore.
Sarà inoltre cura dello stesso Istituto, qualora i risultati consegnati dai professionisti si rilevassero positivi, segnalare tempestivamente alle autorità competenti affinché siano adottati tutti gli opportuni provvedimenti di eventuale salvaguardia e tutela.
Fonti documenti ed archivi utilizzati:
Identificazione delle vittime accertate e profilo dei briganti efferati assassini:
- [Carmelo Grassi not. storiche Motta Camastra e Catania – tipografia Alfio Siracusa]
Etimologia origine del nome “sterini” connessioni storiche convento San Giovanni degli osteri ~ Palazzo Chiaramonte “steri “
- [Carmelo Grassi not. storiche Motta Camastra e Catania tipografia Alfio Siracusa]
Grotta di sterini racconti teatro di indicibili atrocità
- [Carmelo Grassi not. storiche di Motta Camastra e Catania – tipografia Alfio Siracusa]
Briganti Vincenzo Pagano babbo e di lui figlio Agostino
- [Santo Lombardo ~ I delitti dell’antico banditismo e brigantaggio~ edito a cura del comune di Savoca]
Leggenda sepolture ipogea protetta da pietra tombale in territorio di Motta Camastra
- [G. Pitrè – Leggende popolari – edito in Torino allo clausen]
Ingente tesoro trafugato ai frati agostiniani nel convento San Giovanni osteri
- [Sac. don Pietro Tripolone – “Note necessarie “ n° 7 ]
Il tesoro di monte Pipione raccolta leggende popolari acitane
- [Salvatore Raccuglia – Accademia di scienze lettere e belle arti degli zelanti e dei dafnici acireale].
“Cunti“degli eventi, in uso ai cantastorie attraverso poesie popolari.
[Santo Lombardo ~ I delitti dell’antico banditismo e brigantaggio~ edito a cura del comune di Savoca]
Galleria fotografica dei testi studiati e della giornata del ritrovamento
Nota: Articolo pubblicato in origine sul quotidiano "La Voce dell'Isola" in data 01 novembre 2024