Il piacere della poesia, la vita nei versi, a volte malinconici e a volte gioiosi, di Josè Russotti, autore siciliano (di Malvagna). Non è facile parlare nelle poche righe di un comunicato della silloge “Spine d’Euphorbia” che Russotti ci consegna per la presentazione. Josè Russotti è un artista poliedrico, che “ama la sua terra, soffre per essa e la sua musa lirica si nutre direttamente ed attinge sacralmente al genius loci” (un’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana, ndr).
Così scrive Michele Barbera: “L’esistenza umana per Josè è un gioco tragico di ombre e luci, in cui i protagonisti sono preda di un destino che si fa beffa di loro. Per avere la nostra parte e viverla appieno, dobbiamo spogliarci di ogni orpello ipocrita, metterci a nudo con gli altri, servirli dei nostri sentimenti, dell’autentica debolezza del nostro cuore, che trabocca d’amore di creature imperfette, sino a divenire elogio stesso dell’imperfezione.
La vita è, in ultima analisi, un gioco delle parti, una commedia. Se non divina, umana“.
“Spine d’Euphorbia” è stato presentato a Catania, sabato 20 gennaio alle ore 16.30 presso i locali dell’Istituto per la Cultura Siciliana.
L’incontro è stato moderato da Maria Fassi, sono intervenuti, oltre naturalmente allo stesso Josè Russotti, il professor Giuseppe Manitta, Tana Cantarella, Melita Brunetto (che ha letto alcune poesie tratte dalla silloge) e Luigi Asero in qualità di direttore dell’Istituto per la Cultura Siciliana.