Si è tenuta lunedì 16 ottobre, nella splendida cornice del Palazzo della Cultura a Catania, la presentazione del libro-intervista al neo Presidente della Camera di Commercio del Sud-Est, Pietro Agen. Il volume, frutto di una serie di interviste video all’ormai ex Presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen parla, come forse mai si è fatto, di “progettualità” per la Sicilia.
Un intersecarsi fra passato, presente e futuro scorrendo le pagine del libro in un dibattito ben moderato dal professor Saro Faraci, docente di Economia all’Università di Catania, esperto di problemi delle Imprese. Un volume che qualcuno ha definito “palloso”, come ha scherzosamente ricordato il suo autore (e direttore di questo quotidiano online) Salvo Barbagallo. Un libro che però prova a chiarire alcuni aspetti della politica e della mala-amministrazione siciliana.
Perché Agen? Qualcuno se lo è chiesto. Barbagallo spiega: “è nato casualmente, in un incontro per altri motivi in un albergo cittadino durante un convegno. Lì ho trovato in Pietro Agen un “interlocutore”, una persona che differentemente dai politici ha il pregio di parlare chiaramente e di non negarsi al confronto“. Un caso forse, o forse un barlume di speranza in una regione in cui non ci si parla più. Si attacca, si sminuisce, si critica chi è considerato “avversario” di turno, ma non si propone, né si discute. In una Terra che invece di proposte concrete ha bisogno.
All’intervento, cui ha partecipato anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco, vi è stata l’occasione per ascoltare appunto proposte per la Sicilia. Una progettualità che da troppo tempo manca e di cui -ma non vogliamo qui addentrarci nella spinosa campagna elettorale per le ormai imminenti elezioni regionali- si sentirebbe bisogno in maniera ben più ampia delle quotidiane “beghe di botteguccia” cui gli elettori sono ormai costretti ad assistere impotenti.
Nella fase iniziale il prof. Faraci ha posto alcune domande al sindaco Enzo Bianco, che ha rivendicato il suo operato ricordando, fra le altre cose, le inaugurazioni delle stazioni Metro FCE, ricordando che sia le prime sei stazioni (da Borgo a Porto), come le nuove quattro stazioni (da Borgo a Nesima) siano avvenute durante i suoi mandati con i ministri Treu e in ultimo Delrio. Ricordando i cantieri attivi che consentiranno il collegamento da un lato fino a Monte Po e dall’altro fino all’aeroporto. Insieme ad altre azioni minate dall’enorme deficit di bilancio ereditato dalle precedenti amministrazioni. (? NdR)
Terminato l’intervento del primo cittadino, che ha dovuto anzitempo lasciare la sala per altri impegni istituzionali coincidenti, si è proseguito nella presentazione del libro, seguendo un po’ l’ordine del lavoro presentato, dalla pirandelliana vicenda che ha portato alla formazione (recentissima) della nuova “super” Camera di Commercio del Sud Est, alla futura privatizzazione dell’aeroporto etneo. Privatizzazione che deve essere occasione di sviluppo del territorio e non -come si rischiava di fare- occasione per facile (e inconsistente) cassa.
Come ricordato dal prof. Faraci nel libro si parla anche di infrastrutture in generale. Di porti, autostrade, ferrovie e in generale di infrastrutture di trasporto e della logistica delle merci che, per Agen, rappresentano la vera criticità della Sicilia, tenuto conto dell’esternalità negative che determinano sulla mobilità delle persone e sulla competitività delle imprese, sia quelle residenti sia quelle che potrebbero essere interessate ad investire nella nostra terra.
Cosa propone Pietro Agen con questo “Parliamo della Sicilia con Pietro Agen”? Per il presidente della Camera di Commercio del Sud-Est, ligure d’origine e trapiantato a Catania dal 1979, il modello portuale di quella regione (con l’integrazione fra i porti di Genova, Savona, La Spezia ed Imperia) potrebbe essere preso ad esempio anche in Sicilia Orientale, creando un sistema portuale potente e diversificato fra Augusta, Catania, Siracusa e Pozzallo. Per non parlare poi del sistema aeroportuale unico tra Catania e Comiso che farebbe decollare tutta l’economia del Sud-Est di Sicilia.
Agen ritiene che la Sicilia sia la Florida europea, con una marcia in più. Il turismo potrebbe essere volano per la Sicilia infatti, citando il libro “Siamo molto meglio della Florida, la Florida al di là di qualche parco, al di là del clima non ha altro, invece qui c’è la storia del mondo: se qualcuno lo capisce e decide si sfruttare tutto questo mix impressionante e lo mette nelle mani di tecnici giusti, si potrebbe non crescere, ma dilagare”.
Insomma, Sicilia tutta da scoprire. Forse, prima ancora che per i turisti, per i siciliani. E il libro del nostro direttore/fondatore (perdonateci se ce ne vantiamo) è una fatica, ma soprattutto una sorta di “omaggio” ai siciliani perché comprendano l’enorme Valore di questa terra, le enormi potenzialità (in buona parte inespresse) che rappresenta.
Non aggiungiamo altro, la Sicilia non ha bisogno altre parole, ma fatti concreti. Qualche proposta si è provato, con questo libro, a farla. La palla passa ai siciliani.
Luigi Asero
(A seguire video integrale della presentazione)